PRIMA VORREI DIRTI CHI SONO
PRIMA VORREI DIRTI CHI SONO
Mi chiamo Luca!
Sono un ragazzo cresciuto con le mani nella farina e il pensiero nel forno.
Il pane, per me, è sempre stato qualcosa di viscerale.
Pensate che la notte prima dell’esame di maturità l’ho passata sveglio… a impastare.
Per chi? Per i professori della commissione. Sì, il pane può anche corrompere.
Quel legame profondo con gli impasti mi ha portato a Milano, dove ho conseguito una laurea magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari. E la tesi? Ovviamente sulla microbiologia del lievito madre.
Come ogni percorso faticoso, l’università mi ha regalato incontri importanti.
È lì che ho conosciuto Petra – Molino Quaglia, una realtà che ha saputo portare nel mondo delle farine una visione artistica, contemporanea, profondamente umana.
Con loro ho lavorato per otto anni in giro per tutta Italia, occupandomi di ricerca e sviluppo, ma soprattutto di relazioni: aiutavo i panificatori a dialogare con gli agricoltori per costruire filiere più consapevoli.
Un pane più etico. Più sincero.
Questa ossessione per l’approfondimento, per la qualità delle relazioni e per l’introspezione mi ha portato qui.
A ILO.
Un luogo dove il silenzio impasta pensieri,
e il pane torna a essere un atto di verità.
QUINDI COSA SIGNIFICA ILO?
L’ILO è la parte più nascosta del chicco dei cereali.
Talmente intima che nemmeno il microscopio riesce a vederla.
Eppure c’è.
Come in ognuno di noi.
L’ILO è ciò che siamo quando smettiamo di fingere.
Quando parliamo davvero con un amico,
quando restiamo in silenzio abbastanza a lungo da ascoltare i nostri pensieri,
quando facciamo del bene senza aspettarci nulla in cambio.
Spesso lo nascondiamo.
Agli altri. A volte, persino a noi stessi.
Credo che nutrirsi bene e vivere relazioni autentiche siano due aspetti della stessa scelta:
quella di prendersi cura di sé.
Mangiare alimenti pensati, realizzati con attenzione e intenzione,
può trasformare il pasto in una piccola terapia quotidiana,
una soglia di verità,
un’occasione per conversazioni sincere.
Per questo in ILO il pane e il pensiero sono legati da un doppio filo.
Perché l’uno nutre il corpo, l’altro l’anima.
E insieme, ci riportano a casa.
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